Sabato 24 marzo, ore 21, Teatro Duse di Besozzo!

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Una messa in scena che prende il via dai fatti biografici, così come Frida stessa li racconta nei numerosi scritti che ha lasciato, ma non vuole esserne un racconto. Gli episodi che segnarono l’esistenza di questa donna straordinaria sono la partitura su cui si costruisce una scena che squarcia la tela di nuvole dipinte per mostrarci la forza e la tenacia con cui Frida si aggrappava alla vita, che la morte le contendeva fin dall’adolescenza. Frida ci viene mostrata letteralmente appesa a una serie di nastri rosso sangue, da cui pendono, come tanti tarocchi che già hanno rivelato ciò che dovevano rivelare, dettagli di alcuni dipinti famosi. Non vuole staccarsene, Frida, non vuole smettere di giocare a questo gioco – che per lei fu doloroso e difficile per gran parte del tempo – ,perché la vita le scorre dentro e da lei si riversa nella passione che traspare dalla pittura, dalle fotografie, ma anche dalle esperienze di cui ha sempre goduto appieno, senza risparmiarsi. Compagna di gioco sarà la morte, venuta a prenderla, questa volta senza possibilità di appello. In una danza di ricordi scambiati – a volte leggeri, spesso crudelmente dolorosi, ma sempre veri – Frida e la Morte si palleggeranno i racconti, le impressioni, le emozioni e i sentimenti, in un’atmosfera spesso grottesca e dissacrante, che tutto cerca, fuorchè il melodramma. Una sfida all’ultima carta, all’ultimo passo di danza, all’ultima pennellata, all’ultimo tentativo di vincere sulla fine incombente. Sullo sfondo un grande schermo bianco mostra , in un dialogo con la scena e con le attrici, immagini girate nella Casa Azul di città del Messico, rifugio di Frida, e nei luoghi e nei dettagli della natura della sua terra che tanto ritroviamo nei dipinti più noti. Quasi un’esposizione dei pensieri nascosti e dei ricordi di Frida, che esattamente come faceva nel suo dipingere, si mostra senza vergogna, senza risparmio, senza nulla trattenere.

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